DUE PAROLE SULLA MEDIAZIONE

Dall’oggetto “Mediazione” (familiare) al ruolo del mediatore.

CHE COS’È LA MEDIAZIONE?
È la capacità di risolvere un conflitto tra le parti, o meglio, trasformare il conflitto in un consenso tra le parti.

CHE COSA FA IL MEDIATORE?
È un professionista che entra in una relazione tra due persone in conflitto come terzo imparziale.
Non giudica
Non decide per l’altro/i
Mantiene confidenziale i contenuti di cui le parti discutono
Rimane neutrale in base ai contenuti delle trattative delle parti

DALLO STATUTO AIMeF*
Art. 14: Definizioni
“Mediatore Familiare”: terza persona imparziale, qualificata e con una formazione specifica che agisce in modo tale da incoraggiare e facilitare la risoluzione di una disputa tra due o più persone in un processo informale e non basato sul piano antagonista vincitore-perdente, il cui obiettivo è di aiutare le parti in lite a raggiungere un accordo direttamente negoziato, rispondente ai bisogni e agli interessi e di tutte le persone coinvolte nell’accordo.
L’accordo raggiunto dovrà essere volontario, mutualmente accettabile e durevole. Il mediatore si applicherà affinché l’autorità decisionale resti alle parti. Il ruolo del mediatore familiare comporta tra l’altro il compito di assistere le parti nell’identificare le questioni, di incoraggiare la loro abilità nel risolvere i problemi ed esplorare accordi alternativi, sorvegliandone la correttezza legale, ma in autonomia dal circuito giuridico e nel rispetto della confidenzialità.
“Mediazione Familiare”: indica la mediazione di questioni familiari, includendovi rapporti tra persone sposate e non (conviventi more uxorio, genitori non coniugati) con lo scopo di facilitare la soluzione di liti riguardanti questioni relazionali e/o organizzative concrete, prima, durante e/o dopo il passaggio in giudicato di sentenze relative tra l’altro a: dissoluzione del rapporto coniugale; divisione delle proprietà comuni; assegno di mantenimento al coniuge debole o gli alimenti; responsabilità genitoriale esclusiva o condivisa (podestà genitoriale); residenza principale dei figli; visite ai minori da parte del genitore non affidatario, che implicano la considerazione di fattori emotivi-relazionali, con implicazioni legali, economiche e fiscali. La mediazione familiare richiede un periodo di sospensione delle cause eventualmente in atto.

* Pubblicato su: “Introduzione alla Mediazione Familiare”
John M. Haynes e Isabella Buzzi
Giuffré Editore

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